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L’animale muto

14,00 

Autore: Luciano Tripepi
Pubblicazione: 2008
Pagine: 200
Dimensioni: 15 x 21 cm
Stampa: bianco e nero

ISBN: 978-88-88867-17-5 Categoria: Product ID: 2481

Descrizione

Il saggio è  “una riflessione teoretica intorno alla relazione fra l’uomo e l’animale non umano. Il tema, a lungo trascurato, è stato riscoperto dal dibattito attuale nella sua radicale importanza filosofica per le sue evidenti implicazioni con l’essenza tecnica della civiltà  occidentale e con le radici antiche dell’ontologia verticale, sinonimo di struttura gerarchica della differentia ontologica interna al vivente. La messa in questione dell’articolazione tradizionale del vivente conduce ad interrogare, in primo luogo, la passione aristotelica per la ricchezza e la complessità  del biologico: “principio comune al vivente è il vivere”. Eppure, oltre al legame originario orizzontale fra gli enti viventi, lo stagirita istituisce la progressione gerarchica delle facoltà  che li differenzia qualitativamente in base al possesso e alla mancanza. L’animale muto diviene centro di tensione della ricerca campanelliana nella Metafisica: capace di razionalità  attiva su base naturale, è dichiarato teologicamente inferiore all’essere umano, la cui mente è “œa deo immessa”. Il carattere linguistico-razionale della cesura interna al vivente persiste nella concezione appropriativa della natura lungo la storia del pensiero moderno da Bacone ad Hegel: la superiorità  antropologica si definisce tecnicamente nell’occupazione dello spazio e nel progetto organizzato di dominio della natura. Lo stesso Heidegger rimane paradossalmente interno alla tradizione metafisica nella sua interpretazione dell’ottava elegia rilkiana: solo l’uomo e non l’animale intravede l’Aperto. L’affinità  tragica del dialogo ideale fra Nietzsche e Leopardi è forse il punto più alto, interno al moderno, della riflessione sull’insufficienza dell’ontologia verticale e della stessa necessità  di ridefinire la categoria del vivente, nella prospettiva di un’ontologia orizzontale, capace di mantenere la relazione rischiosa fra l’uomo e l’animale non umano, affinché non si nullifichi definitivamente lo stesso fondamento d’essere che sostiene la Physis, oggi ridotta a fondo disponibile per il dominio tecnico planetario.