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Dante Maffia

Dante Maffìa è nato a Roseto Capo Spulico, nella sibaritide. Si è laureato in lettere all’Università di Roma. È saggista, poeta, narratore e giornalista.. Esplica la sua attività critica sulle maggiori riviste italiane tra cui “Misure critiche”, “Nuova Antologia”, “Il Veltro”, “Il Belli”, “Idea”, “Poiesis”, “Fermenti”, “Poesia”, “Microprovincia”, “Hebenon”, “Polimnia”, “Stilos”, “Proa Italia”. Ha collaborato anche a “La fiera letteraria”, “Il giornale di Calabria”, “Il Mattino”, “La Voce”, “La Nazione”, “Nuovi Argomenti”, “Il Cittadino”, “Paese Sera”, “Lunarionuovo”, “La Rassegna Salentina”, “Otto/Novecento”, “Periferia”, ed è stato corrispondente de “La Nacion” di Buenos Aires. Ha curato per anni la rassegna dei libri per RAI 2 ed ha fondato “Il Policordo”, “Poetica” e “Polimnia”. Attualmente dirige “Poiesis” (insieme con Giorgio Linguaglossa e Luigi Reina) e “Polimnia”, ed è redattore degli “Studi di Italianistica nell’Africa Australe”.

Ha diretto e dirige collane di poesia, di saggistica e di narrativa per “Il Policordo”, “Edisud”, “Pellicanolibri”, “Edizioni Scettro del Re”, “Edizioni Libreria Croce”, “Edizioni dell’Oleandro”, “Lepisma”, “Maria Pacini Fazzi”, “Edizioni Sentieri Meridionali”.

Come poeta fu segnalato, agli esordi, da Aldo Palazzeschi, che ha firmato la prefazione al suo primo volume. Come narratore fu segnalato da Giampaolo Rugarli. Poi hanno scritto di lui le figure più eminenti non solo della letteratura italiana, come Borges, Amado, Starobinskij, Praz, Pasolini, Calvino, Bufalino, Corso, Brodskij, Primo Levi, Sklovskij, Ginzburg, Vargas Llosa, Macrì, Repaci, Valli, Ferroni, Caproni, Raboni, De Mauro, Risi, Reina, Bodei, Magris, Spagnoletti, Ramat, Mercogliano, Vivaldi, Iacopetta, Crupi, Pazzi, Zanzotto, Sansone, Sapegno, Spaziani, Maraini, Bevilacqua, Moravia, Luzi, Chiodo e tantissimi altri. Segnaliamo soltanto alcuni giudizi apodittici. Quello di Leonardo Sciascia che detta: “io sono convinto che tu sei uno dei grandi poeti di cui si parlerà molto; nelle tue parole c’è la carne viva di un Sud che non vuole restare nel guado e vuole liberarsi dalle ombre”; quello di Dario Bellezza che afferma: “Maffìa è uno dei più felici poeti dell’Italia moderna”; quello di Maria Marcone: “Conobbi Dante Maffìa nel 1976… da allora ha fatto passi da gigante andando sempre più avanti fino a diventare dopo Luzi il più grande poeta vivente italiano tradotto in tutto il mondo e studiato all’università”; quello di Giuliano Manacorda: “Con questi testi (La Biblioteca d’Alessandria) Maffìa dimostra davvero di essere uno dei maggiori poeti italiani del secondo Novecento”; quello di Claudio Magris: “Capace di nuda essenzialità e di freschezza primordiale, Maffìa è poeta doctus: la sua opera comprende la lirica come il romanzo, la saggistica e la critica. Scrittore che si situa all’incrocio di molte frontiere, Maffìa si è confrontato con tante voci della letteratura contemporanea e con i nodi centrali della modernità, una delle caratteristiche più felici è la competenza di sottile e agguerrita coscienza critica, attenta alle ragioni storiche e allo sgomento del divenire, e fantasia mitica, pervasa dal senso dell’immutabile unità dell’essere. Entrambe queste corde sono vissute con generosa umanità, con un’intensa capacità di calarsi totalmente, con tutto se stesso, nel caldo e impuro fluire della vita”: quello di Giuseppe Pontiggia: “Mi faccio musulmano è un’opera che resterà per testimoniare questo nostro tempo di grandi mutamenti”; quello di Norberto Bobbio: Il romanzo di Tommaso Campanella è opera in cui l’erudizione, la cultura e la filosofia hanno saputo sciogliersi in racconto lucido e compatto”.

Ha pubblicato oltre venti volumi di poesia, nove di narrativa e dieci di saggistica, e numerosi scritti monografici sui grandi pittori e scultori contemporanei. Molti suoi libri sono tradotti all’estero (Francia, Russia, Svezia, Spagna, Argentina, Ungheria, Bulgaria, Germania, Stati Uniti, Belgio, Cina, Polonia, Macedonia, Brasile, Slovenia, Slovacchia, ecc.).Esiste perfino una traduzione in latino de La Biblioteca d’Alessandria. Ha vinto, tra gli altri, i premi “Tarquinia-Cardarelli”, “Martina Franca”, due volte il “Reghium Julii”, due volte il “Circe-Sabaudia”, “Camaiore”, due volte l’“Alfonso Gatto”, “Stresa”, “Trastevere”, “Acireale”, “Lentini”, “Brutium”, “Lanciano”, “Vanvitelli”, “Calliope”, “Montale”, “Città di Venezia”, “Città di Cariati” (ex-aequo con Alda Merini), “Firenze”, “Marineo”, “Cirò Marina”, “D’Alessandro”, “Palmi”, “Viareggio”, “Corrado Alvaro”, “Calopezzati”, “San Vito al Tagliamento”, “Giacomo Matteotti” assegnato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il Presidente della Repubblica Ciampi lo ha insignito di medaglia d’oro alla cultura nel 2004 insieme con Uto Ughi, Giuseppe Tornatore, Ermanno Olmi, Raffaele La Capria, Achille Bonito Oliva e Piero Angela. Nel 2009 la rivista “Periferia” gli ha dedicato un fascicolo monografico.

I libri di Dante Maffia